Ambiente

Turismo sostenibile: le tendenze per il 2024

Anche il turismo sostenibile è un tema che in più occasioni abbiamo trattato come Ambientenonsolo – Turismo sostenibile: un’indagine commissionata da Booking in 32 paesi, fra cui l’Italia, Mercatini di Natale Green e sostenibili in Europa, Turismo enogastronomico sostenibile – e su questo argomento torniamo in questo numero prendendo spunto da due avvenimenti: i risultati del Sustainable Tourism Forum tenutosi a Padova e del nuovo Rapporto Turismo Enogastronomico e Sostenibilità, a cura di Roberta Garibaldi. 

Sustainable Tourism Forum

Turismo rigenerativo, ecoturismo in natura, sostegno alle comunità locali, scelta di alloggi ecologici e ritorno del treno come mezzo di trasporto a basso impatto per lunghi spostamenti. Sono i principali trend di viaggio sostenibile, già riscontrati nel 2023 e in consolidamento nel 2024, secondo centinaia di operatori del settore che hanno partecipato a Padova alla terza edizione del Sustainable Tourism Forum

Il Forum è stato organizzato dal GSTC Italy Working Group, una rete di organizzazioni italiane che implementano e promuovono gli standard internazionali di sostenibilità definiti dal Global Sustainable Tourism Council e che si occupano di certificare le destinazioni turistiche che soddisfano i più elevati requisiti a livello globale. I tavoli di lavoro dell’evento si sono concentrati su quattro temi chiave: l’organizzazione turistica e il ruolo delle comunità locali, l’adattamento alla crisi climatica, gli standard e i sistemi di certificazione e le nuove professionalità per il settore.

Gli italiani e il turismo sostenibile

Incrociando i più recenti dati di diverse fonti e osservatori, è emerso che la crisi climatica ha prodotto un cambiamento valoriale nei consumatori italiani, per i quali il viaggiare sostenibile, soprattutto se associato alla tutela del territorio e alla riduzione dell’impatto ambientale delle strutture e della mobilità, è un fenomeno particolarmente rilevante: il 64% dei turisti è influenzato nelle proprie decisioni di viaggio da considerazioni legate ad ambiente e sostenibilità, cifra che sale al 71% negli under 35. In particolare, il viaggio “like a local”, ovvero vissuto come un abitante del territorio visitato, è ritenuto il modo più efficace per supportare l’economia locale, ad esempio scegliendo ristoranti che offrono prodotti a filiera corta o affidandosi a tour operator del posto per le proprie escursioni, con attività che non siano una minaccia per gli habitat naturali e la fauna locale. In questo contesto si inseriscono ad esempio i numeri relativi al cicloturismo: nel solo 2022 si sono contate in Italia 33 milioni di presenze per un indotto complessivo stimato attorno ai 4 miliardi di euro. 

La maggioranza degli italiani, inoltre, sembra oggi disposta a pagare un sovrapprezzo pur di potere usufruire di servizi e operatori che lavorano in maniera sostenibile: circa il 50% è disposto a spendere fino al 10% in più, mentre il 20% si spingerebbe fino al 15-20% in più. Il maggiore investimento deve tuttavia essere accompagnato da informazioni più accurate e affidabili sulle attività e iniziative degli operatori: l’intera filiera turistica, dalle amministrazioni alle singole strutture, dai portali di viaggio alle agenzie, necessita di comunicare meglio il proprio impegno e, soprattutto, le eccellenze certificate a livello internazionale.

I cinque trend del 2024

Sul piano dei trend che andranno a consolidarsi nei prossimi mesi, la più grossa novità è rappresentata dal turismo rigenerativo, che cerca di ripristinare e rivitalizzare gli ecosistemi, sostenere la conservazione della cultura locale e migliorare il benessere delle comunità. A differenza del turismo sostenibile non prevede di compensare gli impatti negativi, ma di dare più di quanto si raccoglie. Guadagna sempre più terreno l’ecoturismo, ovvero la fruizione di esperienze in contesti naturali, come parchi nazionali, riserve e aree ecologicamente sensibili. I viaggiatori sono sempre più interessati a entrare in contatto con la natura e la fauna selvatica, riducendo al minimo il loro impatto. Il settore dell’open air, tra campeggi e villaggi, costituisce il 25% dell’offerta turistica complessiva italiana e ha registrato negli ultimi anni un costante aumento della domanda. Meno “mainstream”, ma in costante crescita è anche il turismo basato sulle comunità locali, che si concentra sul coinvolgimento diretto delle stesse nello sviluppo del turismo, assicurandosi che ne traggano beneficio. Questa tendenza mira a responsabilizzare i residenti offrendo loro opportunità di lavoro, imprenditorialità e conservazione culturale, valorizzando così la passione dei visitatori per esperienze autentiche e profondamente territoriali. Anche le opzioni di alloggio ecologiche e sostenibili hanno guadagnato grande popolarità: i viaggiatori cercano strutture ricettive che attuino pratiche ecologiche, come il risparmio energetico e idrico, la riduzione dei rifiuti e l’uso di fonti di energia rinnovabili. Secondo il Sustainable Travel Report di Booking 2023 il 65% dei viaggiatori preferirebbe soggiornare in una particolare struttura ricettiva se sapesse che ha una certificazione o un marchio di sostenibilità. Infine, si prospetta un ruolo da protagonista per il treno come mezzo di spostamento. Gli elevati impatti dei trasporti legati al turismo portano i viaggiatori responsabili a scegliere mezzi più sostenibili grazie anche all’aumento dell’offerta di treni notturni da parte delle principali compagnie europee. Quando bisogna utilizzare un mezzo sostenibile durante la vacanza, il treno risulta essere il mezzo di spostamento prediletto dagli italiani (58%), seguito dagli autobus (37%) e dal bikesharing (30%).

Turismo Enogastronomico e Sostenibilità

Il Rapporto Turismo Enogastronomico e Sostenibilità, a cura di Roberta Garibaldi, è stato presentato a Salerno all’evento Agrifood Future. “Il Rapporto evidenzia da una parte il cambiamento della domanda, con un consumatore sempre più orientato verso una condotta sostenibile che porta a scelte precise di destinazione, attività svolte e conseguenze socio-ambientali”, afferma Roberta Garibaldi“E, dall’altra, la necessità di un cambio di passo a livello di visione strategica dell’offerta. Si avverte il bisogno di azioni politiche in grado di gestire i flussi in modo più sostenibile, rilanciare in ottica green e social le economie del cibo dalla produzione al consumo, … In sostanza, passare all’azione”. “

Ecco i dieci highlight dal Rapporto:

1. Cambia lo scenario turistico: una crescente diseguaglianza all’approccio ai viaggi. Dopo il Covid si sperava in una nuova forma di turismo sostenibile, con meno overtourism, più viaggi nel proprio Paese. Tuttavia, dopo un 2022 di revenge tourism, nell’estate 2023 è cresciuta la domanda di voli aerei, la presenza di turisti internazionali, ma si ha avuto un calo dei flussi interni, in seguito all’aumento generalizzato dei costi. I turisti italiani sono spesso la base del mercato: anche se i visitatori internazionali di solito spendono di più, sono gli italiani che viaggiano tutto l’anno e visitano le aree interne. In Italia il 47% degli arrivi di stranieri si concentra in sole sei province: Venezia (12%), Bolzano e Roma (9%), Milano (6%), Verona e Firenze (5%), mentre gli italiani hanno una distribuzione molto più omogenea. Cosa è accaduto? La prima risposta è stata che recarsi all’estero costa meno, ma in realtà ciò che stiamo vedendo è un cambiamento significativo, con la classe media che continua ad avere stipendi accettabili e andare in vacanza (anche all’estero), mentre chi ha un reddito inferiore o è disoccupato vede erodersi rapidamente il proprio potere d’acquisto e rinuncia al viaggio. E’ una tendenza europea. Nel Regno Unito, ad esempio, nel 2022 il reddito è sceso del 7,5% per 14 milioni di persone, mentre è aumentato del 7,8% per i più ricchi. Viaggiare per gli spagnoli in Spagna è aumentato del 25% dal 2019, mentre il reddito medio solo del 4,6%; è quindi sceso il turismo domestico di circa il 5%.

2. Le aree rurali la soluzione sostenibile il ritorno delle escursioni giornaliere dell’epoca Covid. Si aprono nuovi scenari, il turismo enogastronomico può muovere i visitatori verso aree di grande fascino, ma accessibili. Riducendo la distanza tra aree urbane (o ad alto afflusso) e rurali (a minore afflusso) si crea valore economico, sociale e culturale. Ad esempio, col lavoro di Franco Pepe a Caiazzo, gli arrivi e le strutture in questo paese dell’entroterra casertano sono quasi raddoppiati nel periodo 2018-2022 (+93% e 89%). Come creare queste connessioni? Un piano integrato di sviluppo, trasporti più facili, prenotazioni digitali, promozione a livello internazionale. Passando per la creazione di hub enogastronomici, spazi polifunzionali di accesso al patrimonio locale e itinerari turistici alla scoperta dei borghi minori e della loro cultura culinaria. Chi governa il turismo dovrebbe supportare l’adozione di approcci sostenibili anche attraverso azioni di soft power – modifiche normative, formazione, scambio di conoscenze, momenti di valorizzazione delle buone pratiche locali anche con premi ad hoc – ed incentivi. Ed accrescere la propria visibilità (e reputazione) come meta enogastronomica sostenibile adottando una strategia di comunicazione coerente ed omnicanale verso l’esterno.

3. La tutela del patrimonio enogastronomico passa attraverso il turismo. La perdita della biodiversità alimentare e della cultura culinaria italiana causerebbe un danno ingente per l’intero sistema-Paese. La valorizzazione del turismo enogastronomico porta benefici in termini di sviluppo turistico, reddito ulteriore per il sistema agricolo, ma anche per sostenere processi di tutela e valorizzazione. Anche la candidatura Unesco della cucina italiana può giocare a favore di questo obiettivo. Servono azioni di tutela del paesaggio enogastronomico e di educazione delle nuove generazioni, e la proposta di legge ora in discussione alla Camera è un passaggio importante. E valorizzare artigiani e luoghi storici del gusto – più di 1 italiano su 3 li ha visitati durante i propri viaggi – facendo tesoro dei modelli virtuosi presentati nel Rapporto.

4. Il turismo enogastronomico e la dimensione educativa/trasformativa. Cattiva alimentazione e scarsa attività fisica sono seri problemi di salute individuale e pubblica, accrescono il rischio per patologie croniche. Gli italiani sono (dati Ocse) tra quelli che hanno i giovani con maggiore rischio di obesità, nonché con maggiore sedentarietà. L’esperienza turistica enogastronomica diventa occasione per acquisire abitudini più salutari: può migliorare la consapevolezza nutrizionale e, attraverso l’edutainment, fornire indicazioni per migliorare le proprie abitudini – 7 turisti su 10 vorrebbero trovare in vacanza menù con ricette salutari. Offre opportunità per ritrovare il benessere psico-fisico, abbinando la scoperta dell’enogastronomia locale ad attività sportive leggere (tour a piedi ed in bicicletta tra i vigneti, uliveti, …).

5. Turismo ed agricoltura sono responsabili delle variazioni del clima e al tempo stesso ne subiscono le conseguenze in un effetto domino. Per affrontare questo problema globale, è necessario dare risposte locali. Ecco che il turismo enogastronomico può essere una soluzione, poiché capace di combinare forme slow di scoperta ed esperienza del territorio con pratiche agricole sostenibili che si prendono cura dell’ambiente e garantiscono prodotti di qualità e sicuri.

6. Un calo di attenzione verso la sostenibilità degli italiani in viaggio. . Il turista mostra una minore attenzione verso il rispetto dell’ambiente e il contenimento degli sprechi e dei consumi in viaggio. Il 65% (76% nel 2021) dichiara di evitare sprechi di cibo in hotel e nei ristoranti, il 54% (vs il 75%) di essere rispettoso dell’ambiente, il 51% (contro il 61%) di non mettere a lavare ogni giorno gli asciugamani nelle strutture ricettive, il 27% (contro il 51%, per un calo di ben 24 punti) di usare mezzi pubblici o biciclette per muoversi nella destinazione. È dimostrato che, spesso, alle dichiarazioni non corrisponde un effettivo comportamento, c’è quindi bisogno di aiutare chi viaggia, informandolo in modo semplice e trasparente e supportandolo nelle scelte.

7. I desiderata dei turisti: prodotti locali, attenzione all’ambiente ed alle persone, etica aziendale. La sostenibilità è un driver di scelta dell’esperienza enogastronomica, genera attenzione, stimola alla partecipazione. Alta è l’attenzione verso la tematica ambientale: per il 75% degli intervistati, degustazioni, pranzi e/o cene a base solo di prodotti locali sono tra gli elementi determinanti nella scelta. Inoltre, l’adozione di sistemi di raccolta differenziata (73%), di risparmio idrico (66%), di energia da fonti rinnovabili (66%), l’essere plastic free (63%) e altre condotte green guidano il turista, ma queste iniziative devono essere spiegate prima e nel corso della visita. Anche comportamenti aziendali ed iniziative di etica sociale sono tenuti in considerazione, sfatando in parte l’opinione diffusa che la sostenibilità riguardi solo l’ambiente. Il 68% si mostra più propenso a fare esperienza laddove l’azienda ha progetti a supporto della comunità locale, ed il 64% se il personale o i fornitori stanno affrontando situazioni di disagio e/o l’azienda ha adottato politiche etiche.

8. Nella scelta della meta la sostenibilità è focal point. Gli italiani valutano attentamente se e quanto è sostenibile la destinazione che si accingono a visitare. Quali elementi prendono in considerazione? La possibilità di alloggiare in strutture green (per oltre 3 viaggiatori su 4), raggiungere la meta con mezzi poco impattanti, muoversi in loco con biciclette. Sono ancora troppo poche le destinazioni (e le aziende) che hanno una certificazione di sostenibilità in ambito turistico.

9. Comunicare la sostenibilità per creare valore per il turista. Chi viaggia desidera essere informato in modo chiaro sulla sostenibilità. Prima della partenza e durante l’esperienza: 6 italiani su 10 vorrebbero conoscere in dettaglio le tecniche per minimizzare gli impatti sull’ambiente, le iniziative per il benessere del personale e dell’azienda. L’essere sostenibili deve essere mostrato e comunicato ai propri clienti, fornitori, agli operatori del territorio ed alla comunità locale affinché diventi valore aggiunto. Ed anche ai turisti: una comunicazione integrata e coerente stimola il viaggiatore e lo induce all’acquisto.

10. È tempo per le imprese di passare all’azione. L’interesse dei turisti c’è, sta alle imprese adoperarsi per soddisfare questa esigenza e trasformarla in valore aggiunto. Come fare? Partire dal verificare cosa si sta facendo e misurare il livello di sostenibilità partendo dalle check list del Rapporto. Rivolgersi a dei consulenti del settore, scegliere la certificazione da ottenere, partecipare ad uno dei molti bandi esistenti che possono abbattere i costi. È qui utile ricordare che i dati mostrano che le aziende altamente sostenibili sono il 10,2% più produttive di quelle che non adottano alcuna iniziativa.

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