Diario di quarantena, Editoriali

Cronache di quarantena #1 – So it begins

Questa più o meno la reazione che molti italiani hanno avuto, compreso il sottoscritto, dopo l’annuncio del Presidente del Consiglio Conte una settimana fa.

Da lì a poco tutta l’Italia sarebbe diventata zona rossa.

L’annuncio del Presidente del Consiglio – Antonio Conte

Zona arancione? Che sarà mai, dicevano tutti. Si starà a casa, tutti, non sarà difficile da capire, no?
Invece abbiamo assistito a fughe bibliche, transumanze, assalti ai supermercati che manco Fort Knox e via discorrendo. Una crisi collettiva che ha portato ad un inasprimento delle misure, con controlli in tutto il paese. Stare a casa, per il bene nostro ma soprattutto per il bene del Paese. La situazione è grave e sta a tutti noi fare del nostro meglio in questa battaglia.

Tutto sarebbe (quasi) normale se non avessi pensato di trasferirmi giusto una settimana prima del delirio.

Da solo, in piena quarantena.
Perché alla fine quando uno pensa a trasferirsi confida nel fare una festa, avere amici che lo vengono a trovare una sera si e l’altra anche. Purtroppo non è stato così.
Per cui dopo diversi giorni di riallineamento astrale mi sono deciso e ho ripreso la situazione in mano. Dovevo comunicare e dovevo farlo con l’unico strumento che ancora riesco ad avere: il mio vecchio blog. Sarà l’ennesima volta che provo a riattivarlo? Di sicuro. Però questa volta voglio rendermi utile per la comunità per cui ho pensato bene di condividere con voi alcune cose durante questa quarantena.

Musica – Cinema – Serie TV e tanto altro

Ogni giorno uscirà un post dove darò alcuni spunti per la giornata.
Lo fanno già in tanti? Si, vero. Non sono i miei.

Da stasera voglio iniziare a condividere con voi le scoperte musicali che farò in questi giorni vuoti, le nuove serie tv e i film che dopo anni riuscirò a vedere, per non citare i libri che potrò iniziare e magari stavolta finire.

Chi mi conosce sa che però riesco poco ad essere mono-direzionale per cui vi chiederei di condividere nei commenti sui vari social o sotto questo articolo o via e-mail anche dei vostri consigli su come sopravvivere a questa situazione che molti fino a poco tempo fa avrebbero definito come “da film”.

Finirà tutto quanto e andrà tutto bene, intanto, vi cercherò di fare compagnia.

Con affetto,

Il Vostro Forestiero.

Diario di quarantena

Cronache di quarantena #7 – Impegno

La prima settimana è passata. Incredibile.
Una situazione surreale che è diventata giorno dopo giorno, quotidianità.
La mattina la sveglia suona sempre alla stessa ora.
Doccia, colazione e poi il telefono inizia a squillare.

Bisogna pensare a chi non può avere un aiuto in questo momento. Persone rimaste in casa che non possono uscire perché in quarantena o perché non hanno i soldi per pagarsi la spesa. Nuclei famigliari condensati in pochi metri quadrati senza nessun introito causa chiusura di tutto ciò che si può chiudere.
Un’emergenza nell’emergenza che ha bisogno di coordinamento, mani e teste per poter arrivare a tutti.
Ci penserà la politica, le amministrazioni lavoreranno in concerto e risolveranno il problema, ci si può aspettare di sentire.
Invece il silenzio.
La paura ha annebbiato la vista degli amministratori locali e li ha portati ad agire nel modo più ovvio: ognuno per sé, Dio per tutti.
Una cacofonia di iniziative create in pochi minuti per aiutare il commercio e le persone in difficoltà quasi ovunque dimenticate.
Enti caritativi sorretti per la maggior parte da over 65 che non possono più trovarsi e che si interrogano su come intervenire per evitare di lasciare senza generi di prima necessità centinaia di persone. Borse alimentari che rischiano di non essere consegnate e una solitudine che inizia a scivolare tra i meandri dei quartieri.

E la politica? Assente.

Un post polemico e politico: non eri quello che proponeva canzoni e film e basta?
Sì, sono anche quello.
Sono però anche un lavoratore del comparto sociale che ha bisogno di raccontare una realtà che pochi giornali, sopratutto in questi momenti, raccontano. Un comparto da sempre soggetto a tagli, come la sanità, che si deve trovare ad affrontare un’emergenza sociale di larga scala. Per fortuna le donazioni di privati non mancano e la macchina inizia a muoversi e il costante impegno dei volontari si dimostra fondamentale per iniziare a progettare interventi di prossimità.

Una speranza, però, illumina giorni difficili.
Sapere di poter aiutare ti fa guardare oltre quella finestra con altri occhi.
Perché forse non arriverà a fine mese lo stipendio però saprai di aver fatto il tuo e quel mattoncino magari non sarà stato fondamentale ma un pezzo di una casa in costruzione dove tutti sono fondamentali.
La speranza e la bellezza è vedere tanti, giovani e non, chiamare per chiedere se c’è bisogno di una mano.
Che loro sono a casa e vogliono aiutare.
Ti chiedevi come fare?
La risposta l’hanno data loro.
Ti aspettavi la politica?
Ha risposto la gente comune.

Ecco, questa crisi sono sicuro che la supereremo se tutti inizieremo a fare il nostro piccolo, senza sperare in miracoli. Servirà reinventarci e lavorare magari due volte quello che abbiamo fatto fino ad oggi.
Con oggi ho una certezza in più: con il cuore che abbiamo, possiamo spostare anche questa montagna.

#restateacasa
(come avete visto i consigli erano sparsi per l’articolo. Oggi va così.)

A domani,

Il Vostro Forestiero

Diario di quarantena

Cronache di quarantena #6 – Memoria

Ieri era il 21 Marzo, XXV giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

Gli anni passati ad essere attivista di Libera (ora per chi mi conosce sono “in sonno”), mi hanno lasciato qualcosa di indelebile, tra cui il fatto che quei nomi non sono semplici nomi: sono storie, piene di vita ancora oggi.
Di quei nomi quello a cui sono più legato è sicuramente quello di Luigi Ioculano.

Per oggi dunque vi lascio in primis l’intervento di Don Luigi Ciotti di quest’anno. Più avanti un paio di consigli di lettura e di film sul tema. Buona lettura e buon 21 marzo!

Fortapàsc – 2008

Per la sezione film scelgo la storia di un giovane giornalista napoletano: Giancarlo Siani.
Il 23 settembre 1985 venne ucciso al Vomero. Aveva 26 anni.
Perché mi ha colpito così tanto la sua figura? Perché fin da giovane ha cercato di combattere la Camorra facendo quello che gli piaceva e sapeva fare, raccontare e scrivere storie.

Un film che racconta la vita di Giancarlo, con semplicità e in modo diretto.
Un film da vedere per ricordare il suo nome insieme a i nomi degli altri giornalisti uccisi dalle mafie.

Da sempre sono esistite e continuano ad esistere due categorie di giornalisti: i Giornalisti Giornalisti e i giornalisti impiegati. La prima è una categoria così ristretta, così povera, così “abusiva”, senza prospettiva di carriera, che non fa notizia, soprattutto oggi. La seconda, asservita al potere dominante, è il giornalismo carrieristico, quello dello scoop e del gossip, quello dell’esaltazione del mostro e della sua redenzione

Giancarlo Siani
Scena tratta da il film Fortapasc

Zero Plastica – La pedata di Dio

Flow che aumenta con i minuti che passano, temi non semplici da mettere in barre. Zero Plastica con la Pedata di Dio per me è la canzone che riempe il 21 marzo e i cortei dopo i famosi 100 Passi dei Modena.

Vento di Potere – Quindi

Essendo una giornata particolare ecco un secondo pezzo che compone la mia playlist del 21 Marzo. I torinesi Quindi con Vento di Potere.

La scelta Libera – Nando Dalla Chiesa

Per la parte letteraria non vi consiglio un libro narrativo ma un libro più impegnato che però racconta la bellezza di Libera: La scelta Libera. In questo libro Nando Dalla Chiesa e altri autori raccontano la natura giovane di Libera che ne è cuore pulsante e traino in tante sfaccettature. Un movimento che dopo 25 anni ancora non solo commuove ma muove anche fisicamente giovani e meno giovani nella lotta ad un Italia libera dalle mafie e dalla corruzione.
Un libro per conoscere il dietro le quinte di un associazione dinamica che ogni giorno si impegna per rendere il nostro, un Paese migliore.

Partanna

Ora, dopo aver lasciato qualche consiglio, vi lascio questa foto.
Siamo a Partanna, piccolo comune in Sicilia. Ci siamo stati per ricordare la memoria di Rita Atria. Era un raduno dei giovani di Libera. Siamo partiti con diversi pullman e siamo arrivati nel piccolo paesino. Pochi abitanti ci hanno accolto. Per il resto abbiamo attraversato un paese deserto, dove erano tutti? Chiusi in casa, serrande abbassate. Solo un corteo colorato e gioioso per ricordare la picciridda.
Siamo arrivati al cimitero e l’abbiamo ricordata, abbiamo sostituito la lapide che la stessa madre aveva distrutto perché la memoria della figlia disonorava la famiglia.
Questa foto e questo ricordo è per me Libera.
Ricordare chi non è ricordato, non con parole, ma con azioni e impegno.

Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognare. Forse se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo.

Rita Atria – Tema di maturità – Erice, 5 giugno 1992

Per oggi è tutto!

A presto,

Il Vostro, Libero, Forestiero

Diario di quarantena

Cronache di quarantena #5 – Relazioni

Si, sapevate che si sarebbe finito anche a parlare di loro: relazioni.

Quelle che durante questa quarantena sono messe a dura prova e che, a dire il vero, sono quei legami che ci fanno ricordare del futuro. Dai grafici che prospettano divorzi alla reale problematica dell’aumento di violenza domestica o alle sindromi dovute alla solitudine. La nostra vita è fatta di relazioni e di spazi, andare a cambiarli di colpo senza preavviso può essere esplosivo ma anche molto costruttivo.
Capire il rapporto con il mondo e con chi ti circonda serve. Sempre.
Lo dico perché mi sono ritrovato di colpo, solo. Senza nessuno. Fino a ieri vivevo in famiglia, avevo una quotidianità, amici che vedevo un giorno sì e l’altro pure e ora?
Mura.
Un pc.
Monotonia.
Come si sconfigge questa solitudine?

E’ sempre giusto sconfiggerla a tutti i costi o la si può anche accogliere?

Eccovi allora alcuni spunti derivati dalle relazioni vecchie e nuove di questi giorni di quarantena.

Beautiful Boy -2018

Iniziamo con un film che avevo già visto appena era uscito due anni fa e che è riemerso come consiglio di visione in questi giorni.
Parliamo di Beautiful Boy, film del 2018, trasposizione cinematografica del libro Beautiful Boy: A Father’s Journey Through His Son’s Addiction di David Sheff e Tweak: Growing Up on Methamphetamine.
Una relazione: padre e figlio. Una relazione, quella del figlio (un impeccabile Timothée Chalamet), con il male di questi tempi: le droghe. Una storia che racconta la quotidiana lotta che una famiglia deve affrontare per tenere i pezzi insieme, per evitare di essere mangiata dal mostro.
Un otto-volante di emozioni e di pugni nello stomaco che però aiutano ad entrare dentro al problema e vedere la relazione dietro il tutto. Il perché si arriva ad usare il mezzo, non il mezzo in sé. Una fuga dalla solitudine che si concluderà con una rivelazione.
Film adatto ad un pubblico adulto aggiungerei ma anche ai ragazzi che vogliono andare oltre le fiabe e capire meglio i pericoli che hanno in serbo per loro le droghe.
Per loro e per chi gli sta intorno.
Perché non sono le droghe la risposta alla solitudine.

Sherlock – Serie TV – 2010

Quando uno pensa alle relazioni finisce sul cliché dell’amore e del rapporto uomo-donna. Non essendo un gran argomento personalmente nell’ultimo periodo prendo un altra relazione che si crea nella nostra quotidianità e che oggi è completamente stravolta dallo smartworking: quella tra colleghi.
Quella persona che condivide il tuo sogno e le tue giornate e che oggi puoi solo vedere via video e che anche se magari non sopportavi, ora ti manca.
Off topic: io le mie colleghe le adoro, per cui mancano davvero!
Per descrivere questa relazione particolare che diventa anche relazione umana a vari livelli vi lascio una perla di serie tv: Sherlock.
Non penso serva aggiungere altro se non: attenti a quei due!

Calma e gesta – Genius Loci

Relazioni, sono il sale della nostra vita.
Siamo animali sociali alla fine.
Per questo, in conclusione, il consiglio musicale è una canzone di un ragazzo che ho visto crescere.
Genius Loci, al secolo Luca Giordano, mette insieme un pezzo che merita di essere ascoltato. Suo il testo e sua la musica.
Il picco più alto di mesi di evoluzione artistica iniziata per il pubblico con Resfeber e passata per altri singoli culminati con questa piccola perla.
Il ragazzo sa mettere insieme stili e influenze diverse in un mix che è diventato colonna sonora di questi giorni.
Buon ascolto!

Relazioni e solitudine.
Due facce della stessa medaglia che oggi sono in continuo contrasto. Una battaglia che va combattuta, non da soli. Alcuni psicologi si sono messi a disposizione per poter superare questo difficile momento.

Sembra di essere in una serie Tv alle volte o addirittura alcuni dicono in un Grande Fratello in alcuni momenti. Non è semplice ma è l’unico modo per limitare altre perdite.

Supereremo anche quest’insormontabile montagna e sarà bello ritrovarsi.
Davanti ad uno Spritz o ad una merenda a base di muffin appena sfornati.
Sarà bello rivedersi e potersi sfiorare.
Sarà bello capire che quelle relazioni che si sono mantenute attaccate ad un filo di bit erano qualcosa di più che semplici “ciao come stai”.
Gli occhi potranno finalmente guardarsi e dirsi quello che gli schermi riescono solo a riflettere.

Andrà tutto bene, diciamocelo una volta in più.

A domani,

Il Vostro Forestiero

Diario di quarantena

Cronache di quarantena #4 – Tempo

Tempo, mi fotte sempre.
Questa, la massima che mi sta accompagnando in questi giorni di quarantena. Il tempo che prima ho sempre rincorso, ora mi accorgo di averne in modo smisurato e non so gestirlo.
Per uno come me, abituato a correre a destra e a manca, organizzare, muoversi, ritrovarsi di colpo fermo ha alterato non poco la quotidianità. Lavoro agile o smartworking lo chiamano ma in realtà è molto diverso. Questa è una situazione dove il lavoro non è per nulla agile e per nulla semplice. Le preoccupazioni di cosa accade fuori da quella porta, l’ansia per i tuoi cari e il mondo che vede affrontare una battaglia più grande di altre non aiutano ad avere quella lucidità mentale per affrontare in modo positivo il lavoro. La quotidianità si piega su stessa rendendoti iper-produttivo ma allo stesso tempo distratto. Ti sembra di poter fare il doppio delle cose, in realtà impegni il tempo per non pensare al dopo. Per non pensare.

Quindi dopo questo quadretto super positivo cosa andrò a condividere con voi? Voglio condividere quello che in questi giorni ho scoperto (o riscoperto).

La felicità al potere – José “Pepe” Mujica

Questo libro è fondamentale perché è una sorta di manuale degli errori: l’esatto contrario di quel che ci si aspetterebbe da un normale pamphlet che racconti il potere; uno di quelli che suggeriscono come vincere o come cambiare il mondo. Questo libro è, invece, il racconto di un’intera vita, costellata di errori e di successi

Roberto Saviano

Una storia che racconta un uomo che è stato un semplice guerrigliero ed è diventato presidente dell’Uruguay. Il carcere, la resistenza alla dittatura, l’organizzazione di uno Stato da zero. Mujiica è tanto di questo quanto un normalissimo cittadino innamorato del suo paese. Parole ricolme di speranza e di futuro che lascia in eredità ai lettori un nocciolo di speranza da coltivare nel quotidiano.
In particolare rimango molto legato a questo passaggio della sua intervista con Cristina Guarneri.

Che eredità lascia? Cosa consiglierebbe a un giovane che vuole fare politica oggi?

Se dovessi consigliare un giovane che abbia voglia oggi di fare politica, gli direi che è meraviglioso lottare per ciò che uno pensa, per quello che sente. E’ necessario imparare a vivere coerentemente con quel che si pensa. Non dimenticarlo! Vivi come pensi, altrimenti finirai per pensare come vivi. Se ti portano a vivere in un altro modo, al tavolo del gran buffet, perché ti sorridono, ti fanno un contratto da segretaria, ti valorizzano come braccio destro e ti riconoscono un prestigio, non dimenticare però che quel tavolo non è il tuo. Se devi lavorare lavora, ma mantieni i tuoi valori, le tue decisioni. Non farti trasportare dal mondo! Questo è molto difficile nell’epoca contemporanea.

Una lettura consigliata non solo per riempire le giornate, quanto per poterle vedere anche con un altra prospettiva.

Accidentally in love- Counting Crowns

Chi non si ricorda di Shrek? Beh io l’ho recuperato in questa quarantena e non ho potuto più togliermi dalla testa il motivetto.
I Counting Crows sono un pezzo di storia del rock degli anni ’90, ricordate Mr Jones? Nel 2005 tirano fuori questa perla che mi accompagna in questo periodo durante le pulizie.
E poi, scusate, vogliamo parlare del video? Buon ascolto!

Locke & Key – 2020 – Netflix

Questa volta unisco alle solite raccomandazioni una serie che ho finito in davvero poco tempo e che mi ha riportato indietro a quando ero piccolo. Locke & Key ricorda in qualche modo Narnia ma senza animali e armadi. Abbiamo una famiglia, un dramma, un trasferimento e un mucchio di chiavi…. particolari. Azione e magia sono un mix perfetto per una serie leggera che intrattiene e fa vagare la fantasia oltre la finestra del soggiorno.
Eccovi il trailer!

A questo punto mi direte: cosa hai scoperto? Ho ri-scoperto tre parole in realtà: felicità, amore e immaginazione.

Tre ingredienti che in questo tempo di quarantena che mi hanno fatto capire quanto mi mancasse astrarmi dalla grigia quotidianità. In un momento difficile che uno colorerebbe volentieri di nero sta a noi riempirlo di colore. Il tempo che abbiamo che avanza proviamo ad impegnarlo in modo costruttivo, io ad esempio cercherò di diventare volontario temporaneo della Croce Rossa.
Non subiamo il passare del tempo, viviamo al meglio che possiamo, anche se tocca farlo in 60mq.

A domani,

Il Vostro Forestiero

Diario di quarantena

Cronache di quarantena #3 – Animali

I giorni si susseguono e per una persona che si è appena trasferita nella nuova casa una costante c’è: dove è il mio gatto? Si perché gli animali domestici alle volte non ci si ricorda di averli ma tranquilli che quando non li avete lì intorno a voi che gironzolano ve ne accorgerete.
Il mio gatto, Enea ne è la prova. Ovviamente è ancora vivo e vegeto, a casa dei miei.
Questa situazione non avrei mai pensato potesse essere così chiara stando a casa e scoprendo che non avevo manco lui a farmi compagnia.
Quindi prenderai un animale domestico? No. Perché il mio era tranquillo, aveva spazio e campagne da esplorare, non lo chiuderei mai in un appartamento (per quanto rispetti la decisione di chi invece segue la definizione di animale domestico).
Per questo la rubrica di oggi per gli amanti della compagnia quattro, due, otto zampe, ecco il tema conduttore: gli animali.

ANIMALI DOMESTICI – FAST ANIMALS AND SLOW KIDS

Iniziamo con una canzone: Animali domestici dei FASK.
Nati nel 2008 a Perugia, Aimone Romizi, Alessandro Guercini, Alessio Mingoli e Jacopo Gigliotti sono ormai uno dei gruppi alternative più conosciuti del panorama italiano. Con il loro ultimo album Animali notturni rientrano perfettamente nella suggestione degli animali proposta. In particolare vi condivido la versione acustica che hanno registrato proprio in tempo di quarantena della loro “Animali notturni”. A voi, Animali domestici. Buon ascolto.

ZOOTROPOLIS – 2016

Eccoci ora alla proposta cinematografica! Oggi ci atteniamo al tema e consiglio un ottimo cartone animato, adatto per grandi e piccini, per poter passare al meglio il pomeriggio o la serata (in realtà anche la mattina vista la situazione contingente).

Zootropolis è la storia targata Disney di una coniglietta con un grande sogno: diventare ufficiale di polizia. Una storia ambientata in un mondo odierno però popolato da soli animali antropomorfi, un giallo sulla scomparsa dei predatori dalla città e una simpatica volpe che complicherà la sorte della protagonista. Tra indagini, colpi di scena e simpatici bradipi, Zootropolis vi regalerà risate da coltivare in un momento come questo ma allo stesso un grande insegnamento.
Buona visione e vi lascio un piccolo spezzone per farvi venire l’acquolina…

Un polpo alla gola – Zerocalcare

Per questo pezzo di storia del fumetto italiano contemporaneo non dirò molto perché penso che vada letto. Punto.
Una storia contemporanea con armadilli che aiutano a sopravvivere ad anni difficili e complessi come quelli della crescita e la scelta degli “esempi da seguire”.
Edito da Bao Publishing può essere un ottimo antidoto al piattume di questi giorni di solitudine.

Ricorda: nessuno guarisce dalla propria infanzia.

Zerocalcare – Un polpo alla gola

Ed eccoci in chiusura, mi raccomando, #restateacasa e ci si trova domani allo stesso focolare!

Con affetto,

Il Vostro Forestiero

Diario di quarantena

Cronache di quarantena #2 – Eufemismo

Eufemismo s. m. [dal gr. εὐϕημισμός, der. di εὐϕημίζω «dire parole di buon augurio», comp. di εὖ «bene1» e ϕημί «dire»]. – 1. Figura retorica che consiste nel sostituire, per scrupolo religioso o morale o per riguardi sociali o per altro, l’espressione propria e usuale con altra di significato attenuato 

Vocabolario Treccani

Oggi le cronache quotidiane partono da una parola: Eufemismo.
Ringrazio G. per avermi solleticato l’inventiva e avermi scritto per almeno sei volte questo termine nel giro di pochi giorni perché mi ha permesso di analizzarlo al meglio. Come viene ben riportato dalla definizione della Treccani l’eufemismo è una figura retorica che va a sostituire una parola più pesante con una più “leggera”.

Più o meno come quando, appena sentito del celebre virus tutti si diceva: è un’influenza.

Vignetta di Zerocalcare – https://www.zerocalcare.it/2014/09/08/i-litigi-su-internet/

Ecco, non essendo un’influenza ed essendo una pandemia, giustamente ce ne stiamo a casa. Ora mi direte, quindi che c’entra con la tua rubrica di robe da condividere? Beh, c’entra. Ecco le mie proposte:

Il mondo che avanza – Eugenio in Via di Gioia

Per la canzone da consigliarvi per oggi mi sono lanciato sul sicuro. Gli Eugenio in Via di Gioia.

Li avrete sicuramente conosciuti per esser stati il gruppo che ha entusiasmato il post festival con la loro Tsunami ma io oggi vi propongo una ghost track del loro album di esordio Lorenzo Federici. Il collegamento? Provate a trovarlo voi ascoltando la canzone.

I kill giants – 2017

I kill Giants è a parer mio un piccolo capolavoro di Anders Walter, tratto dall’omonimo fumetto scritto da Joe Kelly, disegnato da JM Ken Niimura ed edito in Italia dalla Bao Publishing.
Una storia di una guerra quotidiana che vede la piccola Barbara, interpretata da Madison Wolfe, combattere di giorno e di notte contro i giganti che infestano la sua vita. Una lotta impari finché non incontra un’amica che la aiuterà nella sua impresa. Una trasposizione del fumetto che regge pur con alcune modifiche nella trama, necessarie per il grande schermo.
Un film che consiglio sia per la storia ma soprattutto per il messaggio.

Trailer del film

Ecco dunque i miei due consigli per la serata. Spero possano essere utili e domani mi sono ripromesso di fare uscire l’articolo prima così magari si ha tutto il giorno di tempo per poterlo “provare”.

A domani!

Con affetto,

Il Vostro Forestiero

Fotografie

Di luoghi e di esperienze passate

Rimettendo a posto il mio ampio archivio fotografico ho trovato diverse foto che per anni non ho pubblicato online. La passione per la fotografia l’ho sempre avuta e l’ho condivisa su due motori di raccolta di foto: Flickr e 500px.

In entrambi ho sempre caricato foto senza far troppo caso alla forma o alla possibile narrazione che potevo costruirci intorno. Ultimamente mi sono soffermato su questo concetto di narrazione e sopratutto del potere auto-narrativo di alcune fotografie. Per questo d’oggi in poi condividerò con una piccola riflessione una fotografia a settimana presa dal mio archivio.

IS THIS WAR?

Is this war? by Andrea Contratto on 500px.com

Questa foto è stata scattata appena fuori dalla Spianata delle Moschee a Gerusalemme durante il pellegrinaggio in Terra Santa che ho compiuto lo scorso anno in Agosto. Era un periodo caldo in quei giorni nella Città Santa in quanto la polizia Israeliana aveva da poco tolto i metal detector dalle entrate alla Spianata che avevano provocato diverse rivolte nel mese di Luglio.

Un drappo rosso tra il filo spinato, con sullo sfondo il minareto.

Segni di una guerra mai conclusa.

Editoriali, Immigrazione, Italia

Ostaggi

 

“Gli italiani sono ostaggio”. – Matteo Salvini, Ministro dell’Interno, Italia, 2018.

Si caro ministro.
Siamo ostaggio di un governo che è diventato una monarchia in mano ad un pazzo razzista.

Siamo ostaggio della disumanità di questo paese.

Siamo talmente ostaggio che teniamo delle persone ferme su una nave nel porto di Catania e non le facciamo scendere per paura di un invasione.
Questa non è l’Italia in cui sono cresciuto e non è l’Italia che voglio lasciare ai miei figli e nipoti.

E non tiratemela fuori con la questione di destra e sinistra.
Cazzate.

Qui si tratta di essere umani, noi. Si tratta di essere umani e mettere davanti l’umanità al resto.

Caro ministro, la prego, salga su quella nave lei e guardi coi suoi occhi la pericolosità di quegli uomini e di quelle donne.

E una volta sceso, si dimetta.

Non servono altre parole.

Se non fosse abbastanza vi lascio questo articolo del direttore di Avvenire Marco Tarquinio. Chiaro e diretto. ARTICOLO

Editoriali

Una pensione da giornalista per Orioles

Ho incontrato la storia di Riccardo Orioles quasi per caso. Un paio di anni fa nel mio liceo si è tenuto un’incontro organizzato dalla Rete Radié Resch in collaborazione con I Siciliani Giovani per parlare di informazione e lanciare la proposta di un corso di giornalismo.
L’idea era ben strutturata e con entusiasmo mi unii all’allegra combriccola.
Il percorso sfociò in una due giorni di formazione nella quale conobbi Riccardo.
Da quel giorno la mia idea di informazione e giornalismo è radicalmente cambiata. La sua idea di giornalismo e quella voglia di informare mi ha contagiato e nel mio piccolo da quel momento ho cercato di scrivere seguendo il suo piglio critico ma altamente umano. Si, perché il giornalismo che Riccardo ci ha insegnato è un giornalismo fatto di persone in primo luogo e poi il resto. Mettere al centro le storie dei nostri protagonisti, andando a fondo e non fermandosi alla mera superficie. Un indagine sia sul reale che però diventava un’indagine di se stessi.
Un giornalista giornalista avrebbe detto Giancarlo Siani.
Per questo mi unisco all’appello che in questa settimane altri giovani che hanno imparato da lui stanno portando avanti.
Riccardo vive con una pensione minima e non da giornalista poiché ha lavorato pochi anni come giornalista in un giornale visto che poi si è concentrato sulla sua battaglia di giornalismo di frontiera, giornalismo antimafia.

Faccio mio questo appello.
Perché di giornalisti giornalisti l’Italia ha dannato bisogno e perché ne I Siciliani Giovani ho trovato una palestra di giornalismo che nessun altro giornale poteva darmi.

FIRMA LA PETIZIONE SU CHANGE.ORG