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Centri massaggi cinesi, ecco cosa accade lì dentro

Il reportage: siamo andati in un centro massaggi cinese. La proposta indecente arriva metà trattamento: «Vuoi bacio là?», chiede Sofia. Che lavora dalle 10 a mezzanotte per mille euro al mese

di Enrico Ferro
2 minuti di lettura

PADOVA. È la morte del massaggio terapeutico, è la morte di ogni matrimonio. «Buongiorno, vorrei un massaggio al collo per far passare i dolori cervicali». «Vieni, stenditi, spogliati». «Ma veramente avrei bisogno solo di un massaggio al collo e alle spalle». «Stenditi, spogliati». Ore 10.45, centro benessere Rondine di via Annibale Da Bassano 16. Ti fanno infilare un perizoma che ammazza tutta la tua autostima, così comincia il famoso massaggio cinese: 40 minuti, 60 euro.

L’accoglienza. È Sofia, 25 anni, cinese, ad aprire la porta di uno stanzino tre metri per tre, luci soffuse, un letto a una piazza e mezza, tinozza per il bagno rilassante, attaccapanni, sgabello, lavandino. «Girare», dice indicando il letto. Significa che bisogna sdraiarsi sul ventre, perché tutto comincia effettivamente dalla schiena. Sofia indossa una minigonna veramente mini e una canotta da cui fuoriescono le spalline del reggiseno. La stanza è fresca per via dell’aria condizionata e nonostante il caldo africano che c’è fuori, l’olio cosparso sulla schiena dà un brivido. Le sue mani si posano sui dorsali e iniziano a compiere movimenti circolari ma chiunque abbia provato almeno una seduta dal massaggino (quello vero) si accorge subito che questo tipo di massaggio non ha nulla a che vedere. Tuttavia, se così tanta gente lo richiede un motivo ci sarà...

Il massaggio cinese. Sofia cerca il contatto, si china sulla schiena da massaggiare toccandola quasi con il mento. Il movimento delle mani viene scandito da un respiro subito affannoso, amplificato dal silenzio che c’è nella stanza. Dalla schiena scende ai fianchi, poi alla gambe, ai polpacci. Si sposta abilmente intorno al letto, cerca il dialogo. «Piace?». «Sì, certo». «Hai fidanzata?». «Sì». «È uomo o donna?». «È donna». «Girare», sussurra chiedendo di cambiare posizione. Comincia quindi la seconda parte del massaggio: al petto, all’addome, alle cosce. Il profumo di fragola dell’olio usato sulla pelle invade rapidamente la stanza.

La proposta. Dopo circa venti minuti arriva la proposta che fin dall’inizio si intuiva sarebbe arrivata, quella che muove il business, quella che ha fatto proliferare questi centri benessere orientali in città e provincia, quella che fa scattare l’autorità giudiziaria: «Vuoi bacio là?». «Come?». «Vuoi bacio là? Dieci euro e ti do bacio là. 60 euro massaggio, 10 euro bacio là. Ma tu non dire mio capo che io bacio là. Tu dai 60 euro mio capo e 10 euro me. Tutto 70 euro». «No grazie, voglio solo il massaggio». «Se tu vuoi bacio là, c’è anche bagno omaggio alla fine. Io lavo te». «No grazie Sofia, magari la prossima volta. Oggi va bene così».

Chi è Sofia. Ha 25 anni, è cinese e dice di essere a Padova solo da due mesi. Lavora al centro benessere di via Annibale da Bassano dalle 10 del mattino fino a mezzanotte per uno stipendio di mille euro al mese, mance escluse ovviamente. Dice di non avere il fidanzato e di vivere poco lontano dal centro, in un piccolo appartamento sempre all’Arcella.

Il massaggio terapeutico. Le mani del massaggiatore che premono profondamente i muscoli della schiena, i cervicali, la zona trapezoidale, i dorsali. La pressione che riduce le tensione e le contratture attorno alla colonna vertebrale, alle spalle e al collo. Le tensioni muscolari che si dissolvono sotto il calore dei palmi. Se varcate la soglia di un centro estetico cinese come quello di via Annibale da Bassano, dimenticate tutto questo. Chi sceglie di sottoporsi ad un ciclo di massaggi a scopo terapeutico non può affidarsi ad uno studio come quello che abbiamo provato ieri mattina. Chi decide di fare un massaggio al centro benessere Rondine, sa quel che trova. E, come conferma la stessa Sofia, i clienti arrivano a ciclo continuo, dal mattino fino sera inoltrata: impiegati, operai, manager in pausa pranzo, rappresentanti, persino studenti poco più che ventenni.

Alla cassa. Dopo 40 minuti di massaggi e tentazioni la lancetta dell’orologio segna la fine del turno. Alla cassa ci sono due donne cinesi sulla trentina e, come anticipato da Sofia, chiedono 60 euro. Nessuno scontrino, nessuna fattura. Ringraziando per aver scelto la Rondine consegnano un talloncino di cartone con dieci cuoricini, obliterando il primo. «Ogni dieci punti, un trattamento rilassante in omaggio». È la morte del massaggio terapeutico ma soprattutto è la morte di ogni matrimonio.

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